Stefania Ancarani
Stefania Ancarani nasce a Bolzano nel 1936. Nel 1987 intraprende, a Roma, lo studio del disegno e della scultura, frequentando l’Accademia del Nudo di Roma. Nello stesso periodo collabora con una bottega di scultura, nella quale ha appreso anche la tecnica della cera persa.
Durante questo periodo, affiora il suo interesse per la scultura di piccole dimensioni, che ispira la gran parte della sua produzione: coppe, piastre in bassorilievo e monili, in argento e bronzo, pietre dure, grezze o lavorate in modo primitivo, nonché frammenti di ceramiche.
Le sue opere rappresentano un fluttuare di stili, dalle piccole patere forse etrusche, al barocco, attraversando greci e sciti, Cicladi e Cina.
In questo gioco rimane sempre evidente l’amore per la semplificazione, prediligendo soprattutto forme casuali e poco elaborate, contando sulla forza delle pietre, dei vetri, e di cocci rotti e abbandonati, come la fonte di una nuova vita!
Lavorazione a “cera persa”
Come suggerisce il termine, la tecnica utilizza modelli in cera che vengono realizzati con l’aiuto di specilli e lampada a spirito. L’opera è quindi inizialmente pensata, disegnata e realizzata in cera. Il fonditore riveste poi il modello in cera con dello specifico gesso per fusione. Per evitare che si formino sgradevoli protuberanze sulle opere durante la fusione, si eliminano eventuali bolle d’aria presenti nel gesso liquido tramite un macchinario in grado di creare il sottovuoto. I cilindri di gesso così ottenuti devono restare a riposo per alcune ore al fine di solidificarsi completamente. Si toglie quindi il piattello di base e si procede, tramite calore, a sciogliere completamente la cera inglobata nel gesso. Il modello in cera viene quindi definitivamente perso, ma al suo posto lascia una forma, una sagoma vuota dentro la quale colare infine il metallo fuso. Una volta sciolto il gesso di rivestimento rimane finalmente l’opera compiuta, che torna ora nelle mani dell’artista. Sul banco da lavoro l’oggetto dovrà ancora sottostare ai vari processi di sgrezzatura e rifinitura. L’opera prende definitivamente forma: viene seghettata, limata, carteggiata, saldata, lucidata e completata con l’incastonatura delle pietre.
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