Silvia Beccaria
Silvia Beccaria nasce a Torino nel 1965 dove si è laureata in filosofia .
Dopo gli studi universitari, segue la sua passione per le arti applicate, conseguendo l’attestato di “Operatore dell’Abbigliamento” presso la Scuola di Tessitura del Comune di Torino e successivamente, sotto la guida della nota artista tessile Martha Nieuwenhuijs, si specializza nella progettazione su telai a quattro licci, diventando creatrice di tessuti per l’arredamento e l’abbigliamento.
Dal 1992 si occupa dell’ideazione e realizzazione progetti didattici, presso il Centro diurno socio-educativo “Il Mosaico” di Fossano (CN), in cui la tessitura viene utilizzata, con ragazzi portatori di handicap, come strumento di riabilitazione ed educazione,
A partire dal 2002 cura la progettazione di alcune attività legate all’arte tessile per il Museo di Arte Contemporanea del Castello di Rivoli – Dipartimento Educazione.
Silvia Beccaria, che partecipa a numerose mostre d’arte, è diventata un’esponente della “Fiber Art” (nome con cui si designa dagli anni 60 quella produzione artistica caratterizzata dall’impiego delle fibre naturali e/o artificiali) che utilizza la tecnica della tessitura a mano giocando con essa in totale libertà.
In perfetta simbiosi tra mente e mani, contro le regole ma al tempo stesso attenta all’eredità della tecnica antica, indaga nel passato pur esprimendosi con linguaggi contemporanei di ricerca e sperimentazione. Negli anni ha infatti ideato tessuti non convenzionali che hanno intrecciato seta, lana, lino e cotone con altri materiali come tubi di plastica, pluriball, metalli, carta, lamine di alluminio e gomma, ricavando singolari ed inediti effetti.
La fibra è dunque lo strumento attraverso cui Silvia concepisce ed esprime la sua idea, progettata e creata al telaio, tradotta concretamente con la creazione di un’opera che è espressione delle sue emozioni e dei suoi stati d’animo.
Dalle sue sperimentazioni nascono abiti-scultura concepiti per essere fruiti nel quotidiano come arte da indossare, come “oggetti” di abbigliamento che più nulla hanno a che fare con la moda, i suoi quadri e le sue installazioni rivelano una poetica personale che piega la materia alle esigenze del linguaggio.
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